Italia altrove: aumenta la fuga dei cervelli
Italiani? Sempre più in fuga verso l’estero. In cerca di lavoro o di fortuna ma, in ogni caso, in cerca di migliori opportunità. Lo comprendono presto i giovani del ‘Bel Paese’ che, per realizzarsi secondo i propri sogni, bisogna fare la valigia.
La ricerca ha anche fotografato le mete-tipo dei nuovi migranti che partono, però, non più dalle province ma dalle grandi città: con riferimento al 2014, Milano è in testa come metropoli che ha perso il maggior numero d abitanti (3,300). Segue Roma (2.450), Napoli (1.885) e Torino (1.653).A confermarlo, il documento della Camera di Commercio di Milano e Brianza, condotto su una elaborazione di dati Istat che inquadra la fascia d’età compresa tra i 18 ed i 39 anni come quella con maggior propensione al trasferimento. Pare infatti che ben il 34,4% (3,3 giovani ogni mille abitanti) del totale degli under 40 negli ultimi due anni (in aumento del 12,7% rispetto al 2012) abbia fatto la valigia e abbia intrapreso la strada verso il resto del mondo.
Per quel che riguarda i cambi di residenza sul numero complessivo di abitanti, poi, tra le province che hanno registrato di più troviamo Bolzano, Imperia, Trieste, Pavia mentre Foggia, Caserta e Taranto sono quelle che ne hanno registrato di meno.
L’allarme nasce dalla verifica in merito al livello di istruzione. Sempre più cervelli in fuga, con elevate competenze, sceglie di trasferirsi in altri paesi (ad esempio, si contano 2.363 medici appena laureati che hanno lasciato l’Italia. Un numero non da poco, se si pensa che nel 2009 erano solo 396.
Le mete-tipo, dicevamo, sono Londra e il Regno Unito ma anche Germania, Svizzera, Francia e stati Uniti.
La riflessione che si pone d’obbligo è quella sulla spesa pubblica e sulla politica. Perché l’Italia spende miliardi per formare professionalità che poi danno i loro frutti in altri paesi, impoverendosi sempre di più sia di risorse economiche che di risorse umane.
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