Start up e biotech
L’industria biotecnologica in Italia non teme rivali.
Sono i dati che parlano: il rapporto BioInItaly 2015 sulle imprese di biotecnologie in Italia, realizzato dal centro studi Assobiotec di Federchimica mostra un quadro più che positivo.
Lo studio, che focalizza le pure biotech italiane, cioè le start Up e le PMI innovative che si rivelano in grado di sviluppare e portare sul mercato prodotti innovativi, mostra che non solo si crea valore ma si porta anche occupazione.
Il red biotech (salute dell’uomo e degli animali), il green biotech (agroalimentare) e il white biotech (biotecnologie industriali) sono i settori posti sotto analisi ed è forte la crescita che, al 31 dicembre 2014 registra il pure biotech. Sarà perché il settore investe in innovazione (mediamente il 19% del fatturato che cresce al 31% sulle pure biotech a capitale italiano).
Se poi puntiamo ad analizzare l’ambito delle start up, emerge un interessante numero di case exit, come Gementa Science, Silk Biomaterials, Tensive, Eos, Sylicon Biosystem (acquistata dal gruppo Menarini).
E in rapporto all’Europa?
L’Italia, con 225 pure biotech è terza, preceduta solo dalla Germania, con 428 imprese pure biotech e dal Regno Unito, con 309 imprese pure biotech.
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